Cronologia della vita e delle opere di Antonio Vieira

1608

Il 6 febbraio Antonio Vieira, figlio di Cristóvão Vieira Ravasco e D. Maria de Azevedo, nasce a Lisbona.

1609

Cristóvão ottiene un incarico da scrivano presso il tribunale di Bahia in Brasile.

1614

Vieira e la madre partono per Bahia. Il piccolo entra come alunno nel Collegio dei Gesuiti della città.

1623

L’anno della vocazione: fugge di casa e chiede, contro il parere del padre, di entrare come novizio nella Compagnia di Gesù.

1624

Per alcuni mesi gli Olandesi controllano la città di Bahia. Vieira fugge con i padri della Compagnia nel villaggio di Espírito Santo.

1625

Bahia è riconquistata dai Portoghesi. Pronuncia i primi voti. Inizia lo studio delle lingue degli Indios.

1626

Riceve l’incarico di scrivere la Carta Ânua al generale della Compagnia, suo primo scritto conosciuto; nella lettera, in latino, descrive l’invasione olandese di Bahia. È nominato professore di retorica nel Collegio di Olinda. Fa la sua prima esperienza come missionario nel villaggio di Espírito Santo.

1630

Olinda e Recife sono conquistate dagli Olandesi. Vieira è studente di filosofia a Bahia.

1632

Studia teologia a Bahia.

1633

Pronuncia il suo primo sermone nella Igreja da Conceição da Praia, a Bahia: è il Sermão da Quarta Dominga da Quaresma.

1634

È ordinato sacerdote. Pronuncia il Sermão de S. Sebastião.

1637

Completa gli studi, ottenendo il titolo di «Mestre em Artes».

1638

Gli Olandesi occupano il Ceará e attaccano Bahia, che resiste. Vieira partecipa alla difesa della città. Dopo l’attacco, pronuncia il Sermão pela vitória das nossas armas contra os Holandeses. È nominato professore di Teologia nel Collegio di Bahia.

1640

Restaurazione in Portogallo e fine dell’Unione Iberica. D. João IV de Bragança è il nuovo re. Vieira a Bahia pronuncia il Sermão pelo Bom Successo das armas de Portugal contra as de Holanda.

1641

È inviato in Portogallo con D. Fernando de Mascarenhas, figlio del viceré del Brasile, e il gesuita Simão de Vasconcelos, per portare l’adesione ufficiale della colonia al nuovo re. Dopo un difficile viaggio, l’ambasciata raggiunge Peniche il 18 di aprile, e subito i suoi membri sono trattenuti come traditori, poiché il fratello di D. Fernando aveva preso posizione a favore della Spagna. Liberati, proseguono per Lisbona, dove giungono il 30 di aprile. Qui Vieira incontra per la prima volta D. João IV.

1642

Il primo di gennaio prega, nella Cappella Reale di Lisbona, il Sermão dos Bons Anos. Il re lo nomina suo consigliere.

1643

In una petizione propone al re alcune soluzioni per ristrutturare l’economia portoghese: la creazione di due Compagnie di Commercio, la valorizzazione della professione di mercante, la limitazione dei poteri fiscali dell’Inquisizione, l’abolizione delle distinzioni fra cristãos-novos e cristãos-velhos, queste ultime due per favorire gli investimenti in patria di cristãos-novos ed ebrei portoghesi dispersi nel resto d’Europa.

1644

È nominato predicatore del re. Pronuncia i voti definitivi.

1646

È inviato in missione diplomatica in Olanda, per trattare la restituzione del Pernambuco brasiliano ai Portoghesi.

1647

Consegna al re una nuova petizione, nella quale chiede un più equo trattamento da parte dell’Inquisizione per cristãos-novos ed ebrei, e l’esenzione fiscale dei loro capitali investiti nel commercio portoghese. È inviato in Francia, per combinare il matrimonio del principe D. Teodósio, ma durante il viaggio è catturato dai corsari e portato a Londra. Giunto finalmente a Parigi incontra il Cardinale Mazzarino e Anna d’Austria, ma il progetto matrimoniale fallisce. Quindi riparte per l’Olanda, per portare avanti le trattative per la restituzione del Pernambuco.

1648

Rimane ancora dieci mesi in Olanda; prende contatto con le comunità degli ebrei portoghesi di Amsterdam. Durante questo soggiorno incontra il rabbino Menasseh ben Israel, autore dell’opera Esperanças de Israel, con cui sostiene intensi dibattiti teologico-religiosi. Di ritorno a Lisbona, consegna al re un suo scritto, denominato Papel Forte, in cui difende la cessione provvisoria del Pernambuco agli Olandesi. La proposta incontra una forte opposizione.

1649

Creazione della Compagnia Generale di Commercio del Brasile, anche grazie all’utilizzo del capitale dei cristãos-novos, che viene dichiarato esente da confisca. Giunge l’ordine affinché Vieira esca dalla Compagnia. Il re gli offre la carica di vescovo, ma lui rifiuta. Grazie alla protezione del re, può però rimanere nella Compagnia.

1650

In missione in Italia, ufficialmente per verificare nuove possibilità di matrimonio per il principe D. Teodósio; primo soggiorno a Roma. Una missione più riservata prevede che Vieira tenti di promuovere a Napoli una rivolta contro gli Spagnoli. Entrambi gli obiettivi falliscono, e Vieira, minacciato di morte dall’ambasciatore spagnolo, è costretto a fuggire precipitosamente da Roma.

1651

Diminuita la sua influenza a Corte, Vieira decide di tornare in Brasile, per lavorare alla ricostituzione delle missioni gesuitiche nel Maranhão.

1652

Parte da Lisbona per il Maranhão; passa per l’arcipelago di Cabo Verde.

1653

Giunge a S. Luís do Maranhão. Qui comincia a dirigere le attività della missione, viaggiando continuamente sul Rio delle Amazzoni per visitare i villaggi, apprendendo numerose lingue indigene. Difende in varie occasioni gli Indios contro i coloni che vogliono schiavizzarli. Scrive numerose lettere al re per ottenere provvedimenti in materia.

1654

Il Pernambuco ritorna in possesso del Portogallo. Vieira pronuncia il Sermão de S. António aos Peixes. A giugno, s’imbarca per Lisbona, al fine di ottenere una nuova legge che risolva la situazione degli Indios. Vicino alle Azzorre incappa in una terribile tempesta, ed è poi imprigionato da corsari olandesi. Lasciato nelle Canarie, giunge infine a Lisbona a novembre.

1655

Pronuncia nella Cappella Reale il Sermão da Sexagésima e nella Igreja da Misericórdia il Sermão do Bom Ladrão. Ottiene dal re la Lei de Liberdade dos Índios. Torna nel Maranhão.

1656

Muore D. João IV. La regina D. Luísa de Gusmão è nominata reggente.

1658

Pronuncia l’elogio funebre di D. João IV.

1659

Muore il principe D. Teodósio. Vieira percorre l’Amazzonia; scrive a P. André Fernandes, vescovo del Giappone e confessore della regina, la lettera Esperanças de Portugal, nella quale espone le sue idee messianiche, basate sulle profezie di Gonçalo Eanes Bandarra.

1660

Il Consiglio Generale del Sant'Uffizio chiede a P. André Fernandes la consegna della lettera Esperanças de Portugal col fine di esaminarla.

1661

I coloni del Pará si rivoltano contro i Gesuiti, che vogliono impedire la cattura degli Indios. Vieira, con altri confratelli, è imprigionato, inviato nel Maranhão e quindi a Lisbona, dove giunge a novembre.

1662

Pronuncia il Sermão da Epifania nella Cappella Reale. È nominato confessore del principe D. Pedro. A giugno una rivolta di palazzo toglie la reggenza alla regina D. Luísa e consegna il regno a D. Afonso VI. Molti amici della regina vengono esiliati. Vieira è inviato a Oporto.

1663

A febbraio è trasferito da Oporto a Coimbra. Qui riprende a studiare e a scrivere, ma è spesso interrotto da una malattia che minaccia in diverse occasioni la sua vita. A giugno è chiamato per la prima volta a comparire davanti al Tribunale dell’Inquisizione di Coimbra, per deporre sulla lettera Esperanças de Portugal. Il 3 ottobre è dichiarato reo. Gli interrogatori continuano.

1664

Ottiene la possibilità di scrivere una difesa. Ma la malattia gli impedisce ancora di lavorare con continuità. Compone alcuni capitoli preliminari della cosiddetta História do Futuro (in realtà parte della Clavis Prophetarum). Il 23 di dicembre dovrebbe comparire nuovamente davanti al Tribunale e consegnare la difesa, che però non è pronta. Ottiene una proroga fino alla Pasqua successiva.

1665

Il Livro Anteprimeiro dell’História do Futuro viene inviato al re, per ottenere il suo appoggio. Si ammala nuovamente, e non può comparire davanti al Tribunale. A settembre gli viene ordinato di consegnare tutte le carte in suo possesso. A ottobre viene incarcerato. Scrive la sua difesa disponendo del solo Breviario e, più tardi, di una Bibbia.

1666

Muore D. Luísa de Gusmão. Nuovi interrogatori; Vieira è accusato di eresia giudaizzante.

1667

D. Afonso VI cede la reggenza al fratello D. Pedro. Si concludono le sessioni dell’esame inquisitorio. Vieira riceve la notizia decisiva che anche il Papa ha sottoscritto le accuse dell’Inquisizione portoghese; scrive un’ultima difesa, ma poco dopoil processo si chiude. Il 23 di dicembre, nell’aula dell’Inquisizione di Coimbra, viene letta la sentenza, che prevede la privazione della facoltà di predicare e della voce attiva e passiva, la proibizione di tornare a trattare delle proposizioni condannate, la reclusione in una casa della Compagnia, oltre all’obbligo di pagare tutte le spese del processo.

1668

È recluso nel Collegio di Coimbra e poi nella sede del Noviziato di Cotovia a Lisbona; ma i cambiamenti politici dovuti alla presa del potere da parte di D. Pedro ricreano una situazione a lui parzialmente favorevole. A giugno gli viene concesso il perdono e viene rimesso in libertà, ma rimane la proibizione a trattare delle proposizioni condannate.

1669

Parte per Roma: la motivazione ufficiale del viaggio è difendere la canonizzazione di P. Inácio de Azevedo e di altri 39 gesuiti uccisi da corsari calvinisti nel 1570; la motivazione personale, ottenere la revisione del processo inquisitorio. Il 21 di novembre viene ricevuto trionfalmente alle porte della città; il generale della Compagnia, Giovanni Paolo Oliva, dimostra di apprezzare notevolmente Vieira, e lo introduce nei più importanti circoli culturali romani, fra i quali la corte di Cristina di Svezia. Alla fine dell’anno muore Clemente IX.

1670

Viene eletto papa Clemente X. Vieira, oltre che della canonizzazione dei martiri gesuiti, riprende ad occuparsi anche di altri progetti, come la creazione di una Compagnia delle Indie e il problema dei cristãos-novos. Pronuncia, nella chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi, il suo primo sermone romano, il Sermão do Mandato.

1672

È nominato predicatore ufficiale di Cristina di Svezia. Grazie all’incitamento del Generale Oliva, pronuncia il suo primo sermone in italiano: si tratta del Sermone delle Stimmate di S. Francesco, stampato a Roma nello stesso anno. In questo periodo torna anche a lavorare sui sermoni, per prepararli alla pubblicazione, e sui temi messianici, riprendendo una delle sue opere più importanti, la cui redazione lo accompagnerà fino alla fine della vita: la Clavis Prophetarum.

1673

Collabora alla redazione di un documento che denuncia i metodi dell’Inquisizione portoghese, e che contribuisce alla promulgazione, nell’anno seguente, di un breve pontificio che ordina la sospensione di autos-de-fé e processi.

1674

Pronuncia nuovi sermoni in italiano: Le Cinque Pietre della Fionda di David, in cinque parti, e il Sermone del Beato Stanislao Kostka. A dicembre, nella Accademia reale di Cristina di Svezia, partecipa ad una disputa accademica nella quale difende Le Lacrime di Eraclito contro Il Riso di Democrito, difeso dal gesuita italiano Girolamo Cattaneo.

1675

In risposta ad un memoriale inviato al papa e che racconta le ingiustizie subite durante il processo inquisitorio, il 17 aprile ottiene un breve papale che approva le sue posizioni e lo esenta dalla giurisdizione dell’Inquisizione portoghese. Il 22 maggio parte da Roma e il 23 agosto giunge a Lisbona, ma il principe reggente e la corte lo ricevono freddamente.

1679

Esce il primo tomo dei Sermões.

1680

Viene approvata una nuova legge sullo statuto giuridico degli Indios brasiliani. Vieira riceve dal generale Oliva la proposta di tornare a Roma come confessore di Cristina di Svezia, ma rifiuta, adducendo l’età e i problemi di salute.

1681

Il 27 di gennaio parte definitivamente per il Brasile, dove esercita la funzione di Superiore delle Missioni. Risiede nella Quinta do Tanque, a Bahia, dove lavora alla pubblicazione dei sermoni e alla Clavis Prophetarum.

1682

Esce il secondo tomo dei Sermões.

1683

Il 4 di giugno l’Alcaide-Mor di Bahia viene assassinato da otto uomini mascherati; gli uomini si rifugiano nel Collegio dei Gesuiti. Il governatore del Brasile accusa Bernardo Ravasco, fratello di Vieira, e il figlio Gonçalo, cercando di implicare nel delitto anche il gesuita. Tre anni dopo giungerà l’assoluzione dei Ravasco, difesi da Vieira. Alla fine dell’anno muoiono D. Afonso VI e D. Maria Francesca di Savoia, moglie di D. Pedro. Vieira pronuncia l’elogio funebre della regina, il sermone Palavras de Deus empenhada e desempenhada. Esce il terzo tomo dei Sermões.

1685

Esce il quarto tomo dei Sermões.

1686

Vieira scrive la Carta apologética, diretta al Padre Jácomo Iquazafigo, nella quale difende le sue posizioni messianiche, in risposta ad uno scritto diffamatorio di un domenicano spagnolo. Esce la prima parte della raccolta intitolata Maria Rosa Mística (nono tomo dei Sermões).

1688

È nominato ‘Visitador Geral do Brasil’, e vive per tre anni fra il Collegio della Compagnia e la Quinta do Tanque. Manifesta la sua opposizione alla legislazione vigente riguardante gli Indios. Esce la seconda parte della raccolta intitolata Maria Rosa Mística (decimo tomo dei Sermões).

1689

Esce il quinto tomo dei Sermões.

1690

Escono la raccolta Palavra de Deus Empenhada e Desempenhada (tredicesimo tomo dei Sermões) e il sesto tomo dei Sermões. In Messico Juana Inés de la Cruz pubblica la sua Carta Atenagórica, nella quale critica alcune posizioni di Vieira.

1691

Conclude il triennio come ‘Visitador’.

1692

Il re chiede al Governatore del Brasile di redigere con Vieira una nuova legislazione dedicata agli Indios. Esce il settimo tomo dei Sermões.

1694

Nuovi conflitti con i coloni sulla questione degli Indios: Vieira si oppone nuovamente alla loro cattività. Successivamente, per motivi politici, la Congregazione Provinciale di Bahia lo priva della voce attiva e passiva. Vieira scrive per protesta diverse lettere al Generale della Compagnia. Una grave caduta dalle scale limita la sua autonomia; lo aiutano nel lavoro il segretario, P. José Soares, e, nell’ultimo periodo, P. Antonio Maria Bonucci. Esce l’ottavo tomo dei Sermões.

1695

Giunge una prima risposta del Generale della Compagnia, che si pronuncia a favore di Vieira. Scrive un pamphlet dedicato all’interpretazione profetica delle apparizioni delle comete, dal titolo Voz de Deus ao Mundo, a Portugal e à Bahia.

1696

Nuova grave caduta. Ammalato, a giugno lascia la Quinta do Tanque e si trasferisce definitivamente nel Collegio. Esce l’undicesimo tomo dei Sermões.

1697

Ormai quasi cieco, il 12 di luglio detta la sua ultima lettera, indirizzata al Generale della Compagnia. Muore il 18 di luglio, a 89 anni. Dopo la sua morte viene resa pubblica la sentenza dei revisori di Roma, che dichiara nulla la risoluzione della Consulta che l’aveva privato della voce attiva e passiva.

1699

Esce postumo il dodicesimo tomo dei Sermões, l’ultimo preparato dall’autore.

1710

Esce il quattordicesimo tomo dei Sermões.

1718

Esce la prima edizione del Livro Anteprimeiroda História do Futuro.

1748

Esce il quindicesimo e ultimo tomo dei Sermões. Molte altre opere di Vieira, come le Cartas e gli scritti composti durante il processo, sono state pubblicate solo nel Novecento; la Clavis Prophetarum, della quale è stato recentemente pubblicato il terzo libro, attende ancora una edizione completa e conforme ai progetti originali dell’autore.

a cura di Simone Celani